sabato 10 marzo 2018

Fuoco alle polveri

Un suggestivo primo piano alle teste dello storico  motore V8 Moto Guzzi
Ci siamo, ormai il campionato Superbike è già iniziato (Sotto i migliori auspici, con una doppietta di Melandri e della Ducati,le Kawasaki sempre in palla ma le altre che non stanno a guardare e fanno progressi..) e il Motomondiale è alle porte con i soliti protagonisti( Moto e piloti) con un esito per nulla scontato.
La parte tecnica ormai sta seguendo una direzione ben definita con ricerche sempre più affinate dal punto di vista aerodinamico, un'elettronica limitata più dai regolamenti che dalla ricerca e una parte motoristica che se da un lato vede schemi piuttosto consolidati cerca comunque attraverso ogni più piccolo particolare di limare i tempi e di dare ai piloti mezzi che conciliano la trattabilità per  la percorrenza di curva e la guidabilità con  l'accelerazione e la potenza necessaria a superare la concorrenza.
Anche nella produzione di serie ormai non ci si meraviglia più di potenze incredibili alla portata di tutti o quasi (Almeno fino a che ci si trattiene dal ricercare un limite spostato sempre più avanti, come nella Panigale V4) ma in parallelo è ormai un dato di fatto che il motociclista comune cerca più la strada delle endurone tuttofare o delle classiche/vintage che riportano a dimensioni più umane il classico giretto domenicale, come dicevo nei miei post dove in effetti ribadisco che per godersi un' uscita in moto anche gli ottanta cavalli del vecchio Monster 900 tutta coppia motrice possono bastare e avanzano pure.
Il motociclista è anche un romantico sognatore, che sia lo smanettone che immagina  mille cavalli anche se non li userà mai tutti ma li esibirà con orgoglio davanti al bar del passo, oppure il customista che al di là di tutto amerà i quintali di cuoio e cromature della sua cavalcatura o ancora l'endurista che saprà di poter contare sulla sua moto per superare qualsiasi ostacolo gli si pari davanti.
Sono eterne le diatribe  tra sostenitori del made in Japan e i. fans del made in Italy (o Germany oppure England) , ma qualunque sia la provenienza della nostra moto credo si debba ringraziare tutti, nessuno escluso coloro che nel corso della storia hanno contribuito all'evoluzione della motocicletta.
In ogni parte del globo c'è sempre stata e credo ci sarà sempre una mente geniale che ha saputo firmare  un capitolo importante nella storia delle due ruote.
Il futuro della meccanica si legherà ancor di più con l'evoluzione dell'elettronica, delle tecnologie legate all'ibrido e ai motori elettrici, a nuove fonti di sostentamento e nuove politiche ambientali.
Insomma ci dovremo inchinare all'esigenza di inquinare meno e di consumare meno, ma non per questo sarà meno appagante accarezzare un serbatoio ben fatto, un particolare pregiato o guidare con appagamento su strade si spera al passo con questa tecnologia e non quelle sgangherate e rattoppate infarcite di guard-rail assassini lasciate a se stesse da decenni.
Godiamoci le gare, le nostre moto attuali e quelle che il futuro ci riserverà. E' ancora lunga la strada per la sicurezza che su due ruote non è mai abbastanza.
Cari  Millenials, tra voi potrebbe esserci il genio che surclasserà i miti del passato e il pilota che scriverà nuove pagine nelle classifiche iridate. Il futuro va oltre le immagini patinate, le ospitality e il gossip, il futuro sarà di chi metterà la testa sui libri o di chi stringerà con talento un manubrio. Io lo spero.

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