mercoledì 4 luglio 2012

Motociclisti che leggono e scrivono!

Edicola o libreria? Io "pesco" da entrambe!
Non molto tempo fa al motociclista erano incollati  stereotipi tutt'altro che associabili alla cultura, o meglio a tutta la cultura che non fosse quella strettamente legata alla filosofia di vita di un "biker". Ma se si spulcia in rete e si leggono i commenti presenti oggigiorno in numerosi blog e forum motociclistici spesso si scopre che molte persone oltre alla passione per le due ruote lasciano trasparire un tasso culturale quantomeno di discreto livello, oppure una tendenza alla ricerca del sapere (anche autodidatta) e una capacità di scrivere che vanno ben oltre quelle poche righe di un post o di un commento.
E' un fatto importante che dimostra quanto siano fasulle e infondate le basi su cui spesso certi organi di informazione fanno affidamento per descrivere i motociclisti stessi, specie quando un fatto di cronaca descrive un incidente che vede coinvolti motocicli, soprattutto quando vengono compiuti reati servendosi di un motociclo o ancora quando il mezzo stesso viene associato idealmente a qualcosa di malvagio, pericoloso a prescindere, tendenzialmente portato a recar danno a chissà chi o cosa eccetera. Lo abbiamo letto spesso: Se un incidente ad esempio vede coinvolto un motociclista in buona percentuale chi scrive (e spesso anche chi legge e giudica) è portato ad insinuare che la colpa penda a scapito del motociclista, che per buona pace della massa è per natura un pazzoide " che va forte". Punto.
Eppure basta rendersi conto della moltitudine di libri e pubblicazioni, oltre alle classiche riviste di settore, sfogliarne alcune e capire quanto materiale in buona parte rispecchi una passione che affonda le sue radici in ben altro che un semplice sfogo a tutta manetta, in una propensione al suicidio o al delinquere.
E' come la storia dei SUV: Non è il mezzo di per sé ad essere pericoloso, bensì certe persone che alla guida di questa tipologia di automezzi sottovalutano alcuni aspetti o ne sopravvalutano altri; non è detto dunque che ogni possessore di SUV sia a prescindere un pirata della strada, un maleducato o un incosciente irrispettoso del prossimo. Chi si mette alla guida di una moto è allo stesso modo una persona e, sembrerà strano per alcuni, può anche essere dedita alla cultura, al sapere, ad altre attività. Anche le riviste di settore si orientano e si differenziano parecchio tra loro:  Trovate spesso le stesse moto in prova in ognuna di esse, ma il piglio e la bontà del prodotto editoriale fanno si che alcune siano dedicate al motociclista medio, altre a quello specializzato, altre ancora a quelli mono-marca e ancora a coloro che si esaltano davanti a descrizioni di chilometri di sgommate, derapate, impennate e gas spalancato.
Ci sono pubblicazioni rivolte ad una certa tipologia di motociclette, altre che trattano l'intero pianeta moto, altre ancora che dedicano gran parte all'agonismo e chi invece parla più nello specifico di turismo. Alcune riviste si dedicano a mode e tendenze, altre hanno addirittura associato moda firmata e oggetti sfiziosi, viceversa c'è chi ha fatto sua la filosofia dei bikers duri e puri, oppure si rivolge ai cultori dell'epocale o del vintage.
I libri, i saggi, i manuali d'officina e le monografie, le biografie di personaggi: Basta andare in libreria (meglio ancora se è specializzata nello sport o nei motori) e si trova davvero di tutto. Moto e cultura non fanno a botte, tutt'altro. Però il motociclista è innanzi tutto una persona e come tale può esprimersi al meglio o al peggio. Gli stereotipi non sempre ci azzeccano. La cultura aiuta di più.

7 commenti:

  1. Sburbiz,
    io tutti questi motociclisti acculturati che tu descrivi non è che ne abbia poi incontrati così tanti... nel panorama romano il mio secchiello di incontri è perlopiù pieno di gente tamarra, con moto tamarre, con scarichi akrapovic e saponette da strusciare sulla Flaminia.
    Certamente, c'é stato il riflusso dei motociclisti "di ritorno"; i vari professionisti milanesi o romani alla guida della loro BMW od Honda al posto del solito scooter usato per raggiungere l'ufficio.
    Ma per quanto riguarda il resto... mah! Che ti devo dire?
    Guarda... secondo me il problema è sempre quello: i soldi... una generazione annoiata che non sa (sapeva?) come buttare i quattrini. La mia generazione (la tua?) ha scelto la moto perché... i soldi per l'auto non c'erano. La moto come mezzo economico, efficiente ed anche, perché no? Divertente ed avventuroso.
    I motociclisti di oggi sono quelli che "ho comprato la moto perché l'auto già ce l'ho"... che aggiungere?

    Spero tanto che questa crisi porti un pò di sale in zucca, ed un pò più di umiltà a tutti.

    Gli ultimi veri motociclisti che ho incontrato? Dai un'occhiata a chi ho conosciuto in cima al grossglockner: http://www.motobugs.com/it/forum/16-turismo/4130-grossglockner-il-mito.html

    Loro non postano, non twittano e non comprano riviste trend.. ma mi sono sentito una merdaccia lo stesso!!!!

    lampsssss

    RispondiElimina
  2. Beh, dalle mie parti in Liguria c'è un po di tutto. Ovviamente gli esempi negativi son quelli che saltano subito all'occhio ma per fortuna ci sono anche tanti ragazzi e persone mature decisamente competenti. Purtroppo la riservatezza dei genovesi porta ad evidenziare maggiormente gli esibizionisti piuttosto che i motociclisti da prendere ad esempio.
    Io di soldi ne ho sempre avuto pochini, ma la scelta della moto in luogo dell'auto non è nata per motivi di denaro. L'auto l'ho sempre vista come qualcosa di utile, la moto per me è una passione per la quale ho rinunciato ad altre cose, spesso anche facendo sacrifici.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sburbiz, capisco quello che scrivi, ma credo che un bel pò (diciamo un paio di chili) di colpa ce l'abbiamo proprio molte riviste motociclistiche che presentano foto di gente sempre in piega, che passano moto da 132, 154, quasi 200 cavalli (Ducati) senza batter ciglio... senza mai l'ombra di un dubbio. Per carità, lo fanno anche le riviste cugine che parlano di auto da millemila cavalli. E che significa? Se lo fanno tutti allora lo devo fare anche io?
      Non ho mai letto (ripeto: mai) una rivista che di fronte ad una moto da corsa a tutti agli effetti abbia mai quantomeno azzardato un piccolo dubbio, un piccolo "certo che una moto così su strada pubblica...", niente. Imperterriti, imperturbabili, pubblicano tutto, provano tutto.
      Per me, con rispetto parlando, certe moto son per i matti.
      Il problema è che certe informazioni passano nel cervello del sempliciotto di turno (leggasi "tamarro") come: che mi son fatto a fare la moto da millemila cavalli se non la posso usare?
      E giù di gas.
      Guarda, sono stato allo Stelvio (con zavorrina al seguito) e son stato passato da tutte le parti, sia in salita che in discesa (e non è che andassi proprio piano, eh?)
      Niente da fare, "loro" erano in circuito, io ero su strada pubblica.

      Reputo che un minimo di considerazioni "a mente fredda" di certi giornalisti di settore potrebbe un pochino indurre molti motociclisti ad un comportamento un pò più responsabile. Tutto qui. Che di pellaccia ce ne abbiamo una sola. E che l'equazione divertimento=velocità vale solo per le matematiche cimiteriali.

      La colpevolizzazione della moto come mezzo intrinsecamente pericoloso o "demoniaco" è purtroppo un effetto comune di molte psicologie di gruppo. L'auto è un mezzo "normale", comune, diffuso e quindi i comportamenti individuali tendono ad indentificare ciò che è comunemente accettato come buono e giusto. Al contrario, tutto quello che si discosta dalla normalità è pericoloso ed esecrabile. Insomma... è il noto "effetto pecora". Quindi non ti preoccupare; anche se guidassimo paffutissimi orsacchiotti semoventi o monopattini alimentati a zucchero filato troveremmo sempre quello che ci guarda con aria compassionevole: "ma perché non usi l'auto?"
      Questa cosa non cambierà mai nei secoli dei secoli, quindi... porta (portiamo) pazienza, non è colpa delle moto è il genere umano che è fatto così.

      Ciao

      Elimina
  3. Purtroppo la legge del mercato impone (anche se velatamente, ma non troppo direi) anche alla carta stampata di puntare l'indice sulle prestazioni. Non è una cosa che mi riguarda, ma evidentemente per tanti l'ansia prestazionale è (specie nei maschi) una componente importante a tutto campo, non solo nella sfera sessuale. Non sono un esperto in materia, ma vedo che per taluni esibirsi o vantare mezzi al di sopra degli altri è quasi una cosa ossessiva. Lo si vede nella vita di tutti i giorni, dove l'effimero e l'apparenza sovrastano tanti altri valori, quelli veri soprattutto, che in pochi sanno apprezzare.

    RispondiElimina
  4. ciao sburbiz,
    la legge di mercato è fatta per i boccaloni... io personalmente ho sempre guardato comodità, consumi e qualche prestazione rimanendo nella media delle mie capacità (mai oltre i 1000cc)
    la carta stampata sappiamo benissimo che è serva del padrone o degli sponsor
    comunque nei forum ho conosciuto persone che dei motociclisti rozzi e sporchi non hanno nulla a che vedere.... forse una volta salendo allo stelvio ho superato uno di quelli a bordo di una r850r con zavorra ;-)))
    randa

    RispondiElimina
  5. Io di solito non sono uno che si vanta, piuttosto scelgo un basso profilo e ciò a detta di chi mi vuol bene spesso e volentieri mi danneggia, ma tant'è che se proprio devo sforzarmi vantando qualcosa allora sono orgoglioso di appartenere ai motociclisti che vivono la loro passione lontani dal marketing, dalle mode, dalla corrente e dalla sete di cavalli e velocità. Ho sempre scelto spinto dalla passione,attratto a volte da moto che altri nemmeno concepivano. Forse il Monster è l'eccezione che conferma il mio modo d'essere, perché l'hanno apprezzato in tanti, ma comunque io l'avrei acquistato anche se ne avessero venduto due, compreso la mia!
    Non ringrazio mai abbastanza tutti voi con cui interagisco sul web, che ho avuto modo di apprezzare più volte e che metto tra i motociclisti in gamba. Senza commenti questo blog non avrebbe ragione d'esistere. E' giusto confrontarsi, non specchiarsi, ed è bello trovarsi spesso d'accordo.

    RispondiElimina
  6. Non passando più da Motociclismo non posso far altro che continuarti a fare i complimenti per il blog... sfortunatamente l'avevo perso quando ho dovuto resettare tutto il pc ma ora mi farò più vivo

    randagio69

    RispondiElimina