martedì 10 luglio 2012

Per regolaristi duri e puri

Ormai mio fratello si è dedicato anima e corpo al fuoristrada d'epoca e sembra che ci abbia preso gusto, sia a restaurare che a scovare moto già belle e pronte da aggiungere alla sua collezione. Beato lui (direte voi e dico pure io..).
Ciò che io e lui vogliamo condividere attraverso questo blog è la passione per le due ruote, ognuno a modo nostro e perciò anche uno spaccato di quella che una volta era la cosiddetta disciplina della "regolarità" è un modo come un altro di rendere omaggio a moto che sono passate alla storia o comunque nell'immaginario collettivo di chi ambiva, sognava, ha vissuto o avrebbe voluto vivere quegli anni. L'ultimo "danno" , come dice lui, è una Maico 440 GS, circa 48 CV a 6800 giri, ovviamente senza alcun ausilio elettronico atto ad ammansire una monocilindrica 2T che già ai suoi tempi richiedeva un certo manico per essere condotta in fuoristrada. Per sincera testimonianza di mio fratello (ahimè , la mia cervicale per ora è ancora in via di guarigione e non me lo consente e, conoscendo la mia poca propensione in passato al dosaggio del gas, nemmeno lui sarebbe entusiasta di un test in mano mia) si presenta come un animale docile e mansueto che trotta tranquillo e non pare salir di giri con tanta veemenza, salvo poi accorgersi che si sta viaggiando forte, molto forte, anche troppo per una moto che oggi eufemisticamente chiamano enduro. Ok, eccovi le immagini che mi ha inviato.

Già sul cavalletto mette in soggezione..

Un misto di essenzialità e raffinatezza (notare serbatoio) racchiuso in un "panzer da mulattiera".
Retrotreno classico ma solido, senza fronzoli..d'altronde doveva tenere a bada una potenza per i suoi tempi ragguardevole.
Dal lato opposto si confermano le quote compatte del motore, che di grande ha solo l'alettatura del raffreddamento ad aria, la grossa espansione di scarico e i numerosi dettagli che confermano la tipica produzione Maico, all'insegna del concreto. Il Serbatoio come detto è forse la parte più appariscente della moto, ma ai tempi era funzionale e leggero, a questo serviva.
Mi auguro che queste occasionali escursioni nel mondo del tassello vi piacciano.
Se non altro mio fratello non è affatto restio a mostrare le sue moto. Vorrei fosse cosi' per tanti altri che conosco bene.
Per rispetto della privacy posso soltanto dire che di belle moto  (anche desmodromiche, tanto per intenderci..) ne potrei immortalare un bel po'.
 La digitale quando capita la porto con me. A volte qualche genovese "atipico" salta fuori e a volte invece si raccomanda di tener la bocca e l'obiettivo chiusi.
Massimo rispetto. Ma non temete, io non demordo e ogni tanto ci riprovo..

6 commenti:

  1. Bellissima!
    Fai i complimenti al fratello da parte mia,moto favolosa,tra l'altro il mio di fratello maggiore all'epoca dopo una Ossa 250 prese proprio un Maico 400 simile a quello,fu la prima moto "vera" che provai ed ha ripensarci mi da i brividi ancora adesso,il fratellone ci facceva di tutto in off,gran coppia(da fare invidia ai 4T spinti di oggi) e per l'epoca molto equilibrata,avercela ancora,il suo posto venne preso da una Honda XR500,la prima 4T da me provata,gran moto pure quella ma tutta un'altra cosa....massima invidia....
    Ciao da Nicola(scrubs)

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  2. Immaginavo ti sarebbe piaciuta! Alla prima occasione gli chiederò di poter fare un giretto e cosi' anch'io proverò quei brividi!

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  3. Che moto!sara' anche per la nostaglia dei 18 anni ma le moto di quegli anni erano un sogno

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  4. Eh si,certe moto restano impresse nella memoria!
    Grazie per il tuo commento e benvenuto tra noi cafecaracas !

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  5. Che bella moto!
    Mi sembra incredibile che una moto cosi "vecchia" mi faccia sentire i brividi solo a guardarla... complimenti a tuo fratello, dovrà essere (giustamente) orgogliosissimo della sua creatura.
    Ah! E' una GS... ah! Ma le GS son solo moda... hihihihi!
    lamps

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  6. In effetti oggi se dici GS pensi subito al "boxerone" che fa tendenza, ma un tempo GS era sinonimo di regolarità con la "R" maiuscola. Mio fratello oltre che orgoglioso della sua piccola collezione ha realmente vissuto quel periodo di successo commerciale delle moto da regolarità, con la differenza rispetto ad oggi che le moto si vivevano appieno dai giovani/giovanissimi. Forse è per questo che a distanza di tanti anni e dopo aver guidato e posseduto un po di tutto è tornato ai suoi primi "amori".

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