giovedì 6 ottobre 2011

Prendere il toro per le corna o...esserlo.

1) Carlos Checa e la Ducati 1198 del team Althea in azione.
2) Tony Cairoli, pluri-iridato di motocross.

1) Quando meno te lo aspetti un pilota scende in pista in stato di grazia, con un team assistito ufficialmente ma non ufficiale al 100% come in passato, con un modello di moto non nuovissimo ma tremendamente efficace e contro avversari agguerriti e moto sulla carta favorite e vince, anzi stra-vince gare e campionato costruttori e piloti, inanellando superpole e vittorie di manche con una regolarità disarmante per tutti, allora è vero che le supposizioni restano tali e i pronostici sono fatti per essere smentiti.
Carlos Checa aveva bene impressionato lo scorso anno, confermando (se mai ce ne fosse stato bisogno) che la sua carriera fino ad allora era stata avara di risultati e non sempre per demerito suo.
Un pilota che dopo tanti anni di motomondiale nella Sbk ha trovato un ambiente e una situazione ideali per esprimere fino in fondo il proprio talento, ripagando chi ha sempre creduto in lui.
Questa è la stagione perfetta della sua consacrazione, dopo anni passati ad essere lo scudiero di altri fuoriclasse con cui dividere il box e il materiale, in un ambiente che non credo abbia ne tempo e nemmeno voglia di aspettare chicchessia.
Senza critiche all'italianissimo binomio Aprilia-Biaggi e al duo Yamaha-Melandri, che ovviamente e meritatamente godevano di ben più alti favori nei pronostici, la coppia italo-spagnola ha saputo gestire una stagione intera limitando i danni laddove i limiti del motore bicilindrico si facevano sentire e sfruttando appieno le doti di quel propulsore sui tracciati dove gli pneumatici potevano essere messi in crisi dal frazionamento e dagli assetti scelti dalla concorrenza, mettendo poi tutta l'esperienza del pilota navigato dove serviva la zampata di grinta e viceversa la freddezza calcolatrice. Insomma, senza nulla togliere agli altri e come sempre mettendo in conto anche le solite illazioni di chi vede combine e complotti in ogni campionato dalla Motogp alla Superbike, credo si possa dire di aver assistito a un bel campionato (ormai quasi al termine) , una sana competizione e un bello spettacolo per il pubblico pagante e quello casalingo.
2) Eppoi eppoi,  c'è un italiano campione del mondo che ha stra-vinto (anche) quest'anno: Non se lo filano granché i media, non appare molto sullo schermo ma è il leader indiscusso del motocross mondiale.
Antonio "Tony" Cairoli, da Patti (ME), cinque volte campione del mondo.
Di questi tempi, con l'aria di crisi che ci fa pensare a ben altro, almeno qualcosa di meno soporifero da seguire nelle competizioni motociclistiche c'è. E sapete a quale campionato mi riferisco.

4 commenti:

  1. mia sorella più piccola, che ha 40 anni e vede combine ovunque, ora s'è ficcata in testa che gesù bambino non esiste e i regali di natale li comprano i nostri genitori...
    graaaande checa!
    :)))

    p.s. sarebbe anche ora che cairoli si misurasse con quelli veri.
    ;)

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  2. Beh, a volte è bello illudersi un po e credere a Babbo Natale, alla Befana eccetera! Checa secondo me è stato davvero superlativo quest'anno e con diversi avversari di egual livello se non superiori (almeno sul piano tecnico).
    Cairoli credo possa misurarsi ad armi pari con chiunque e (credo ti riferissi al supercross Usa) a qualunque livello e campionato.

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  3. Su sbk e roba simile (leggi motogp)non mi pronuncio perchè le "pallocorse" stile F1 non mi interessano.Cairoli è il più grande talento degli ultimi anni,un autentico fuoriclasse,i piloti "veri" ci sono anche nel mondiale e comunque in diverse occasioni il buon Tony ha bastonato anche le superstar del cross USA compreso il borioso Villopoto battuto in più occasioni,per i media qui in italia contano solo le gare sul bitume,d'altra parte non sempre la grande popolarità fa bene ad uno sport,basta vedere che personaggi ha portato il "fenomeno rossi" al motociclismo,gente che pratica il tifo calcistico nagli autodromi,tutti esperti da bar,esaltati che passano dalla vespa all'R1 ecc.ecc.
    W il Fuoristrada Sempre!
    Ciao da Nicola(scrubs)

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  4. Ciao Nicola(A proposito,felice che tu sia riuscito nuovamente ad accedere ai commenti sul blog, ancora non so spiegarmi cosa sia successo, ma almeno ci siamo contattati sul forum di Motociclismo..)!
    Hai ragione, la popolarità (specie da noi in Italia)non sempre fa bene allo sport: Gli esempi son tanti, troppi (Nello sci, nella vela,da sempre nel calcio..) e purtroppo oggi hanno toccato anche il motociclismo, che un tempo aveva più praticanti che tifosi.
    Da una parte spero anch'io che il motocross (come pure le altre discipline off-road)resti immune da un simile "contagio" e forse se la copertura televisiva resterà minimale cosi' sarà.
    Su asfalto restano per ora parzialmente immacolate le gare stradali d'oltremanica e le salite nostrane, ma come sempre sono in bilico tra chi le vorrebbe eliminare per la pericolosità e chi (come me) crede che in una disciplina uno può partecipare o no, quel che conta è che chi organizza faccia il massimo possibile, senza lesinare sulle misure e sui regolamenti. La Superbike era bellissima agli esordi, mi auguro possa gradatamente tornare al clima "ruspante" della metà degli anni 80, anche se è un tantino utopistico credere che sponsor e case( e pure piloti) si mettano in quest'ordine di idee.

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