domenica 7 marzo 2021

Dubbi amletici di un motociclista di mezz'età

La domenica scorre veloce, anche troppo. Niente di particolare, tranne che mentre accompagno mia figlia agli allenamenti è proprio lei che accende la lampadina del motociclista sopito che alberga in me, perchè siamo in ritardo,c'è un traffico assurdo e troppa gente in giro, alla faccia della pandemia e di tutti i colori dei Dpcm, tant'è vero che dalla prossima settimana le scuole superiori passeranno nuovamente in Dad ad oltranza e vedremo poi cosa accadrà in seguito. < Se andavamo in moto a quest'ora eravamo arrivati> sentenzia mia figlia, mentre una nutrita fila di motociclette si sfila dalla coda e mi passa. Ascolto il tintinnio di una frizione a secco e una 1098 con i suoi baritonali Termignoni mi fa alzare gli occhi al cielo mentre rispondo. Ho deciso: Più tardi farò un giro in moto. Detto fatto: Alle tre dello stesso pomeriggio tiro fuori dal box il Monster e mi infilo un pò impacciato il giubbotto, rimproverandomi quei quattro/cinque chiletti in più che ho messo su durante il lock down. Al solito riaffiorano in ordine sparso i miei dubbi amletici riguardo le scarse capacità di guida, i movimenti goffi e le perplessità su come saranno gli pneumatici nuovi e come si comporterà la moto che non utilizzo spesso e quindi temo sempre qualche brutta sorpresa. Dopo qualche chilometro arrivo sul passo del Bracco, ho guidato benino e questo mi ridà fiducia. Incontro una mia vecchia conoscenza, ha passato la sessantina da un pezzo ma continua a ingarellarsi con smanettoni che avranno almeno la metà dei suoi anni. Il mio istinto di conservazione non è dello stesso avviso, dopotutto gente come lui non ha figli e ha meno responsabilità sulle spalle, quindi rischiare per sentirsi più giovani tra i giovani è qualcosa che non posso condividere ma capisco quanto possa attrarre uno come lui, che non è mai stato un pilota ma ha sempre avuto i mezzi e le possibilità economiche per alimentare con stupende motociclette questa voglia di esserci. Alla fine torno a casa in pace con me stesso,sono consapevole d'essere un uomo di mezz'età, un motociclista, e ho come tanti dei sogni nel cassetto senza avere nessuna certezza, nè che si realizzino e nemmeno che non possa un domani realizzarli. Andare in moto è un piccolo gesto liberatorio che ognuno di noi interpreta a modo suo. La metafora è che l'equilibrio precario delle due ruote ti aiuta a ritrovare l'equilibrio interiore che spesso la vita di tutti i giorni cerca di destabilizzare.Almeno questo è ciò che ho creduto sinora.

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