mercoledì 30 marzo 2011

Cosa sarebbero le moto senza i piloti?

Giancarlo Falappa, il "leone di Jesi", manico e coraggio lanciati alla ricerca del limite..
Invece di commentare strettamente la carriera di un altro indimenticabile pilota Ducati come Giancarlo Falappa, che merita di essere menzionato come uno dei talenti più cristallini apparsi agli albori del campionato Sbk, ho preso spunto da un personaggio singolare come lui per parlare dei piloti.
Inutile nasconderlo, senza le loro gesta tese alla ricerca del limite  inseguendo la vittoria noi comuni motociclisti ignoreremmo le moto con cui  hanno corso o corrono attualmente.
Una moto perdente, magari bella e ben realizzata, passa in fretta nell'anonimato o resta soltanto nel cuore di pochi irriducibili appassionati e cultori del genere che rappresenta, mentre una moto resa vincente o comunque portata alla vittoria assume il ruolo del mito su due ruote.
Anche una singola prestazione, un giro veloce, una gara sfortunata ma da protagonista, una lotta ad armi impari ma disputata con onore porta il binomio uomo-macchina agli onori delle cronache e alla successiva consacrazione, a volte a distanza di anni, a volte subito.
Falappa ad esempio è stato un po il Mamola della superbike: Veloce, spettacolare, indomabile, oltre ogni limite, vincente ma mai al punto da conquistare un titolo iridato, cosa invece capitata ai suoi illustri compagni di squadra o di marca.
Ma mentre pochi ducatisti si filano il primo titolato della Sbk in sella a una Ducati, cioè quel Raimond Roche capace di ben figurare anche in 500, tutti riconoscono a prima vista ancor oggi il funambolico "leone di Jesi"!
Le  Ducati in Superbike (soprattutto le serie 851/888) devono molto in termini di mito anche a personaggi del genere.
I piloti ci fanno sognare, arrabbiare, gioire e discutere, ci esaltano e ci fanno desiderare la loro cavalcatura, portano un oggetto altrimenti inanimato a ruggire a livelli impensabili, portano ingegneri e tecnici a cercare nuove strade e nuovi limiti da superare.
Insomma, dobbiamo dirgli grazie, comunque.
Per inciso Falappa è tutt'ora un uomo-immagine  e non manca di intrattenersi amichevolmente con gli appassionati ogni qualvolta gli capiti, anche su strada!
Memorabili poi certe storie extra-sportive, come quando si presentò al team-manager Lucchinelli sfrecciandogli accanto in autostrada in moto, oppure quando guidò l'auto articolato del team a tutta birra improvvisando "staccate" tiratissime, con a bordo un Farné di certo non rilassato!
Storie a cavallo tra leggenda e realtà (molto più realtà) che hanno infiammato gli appassionati.
Per saperne di più:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giancarlo_Falappa

6 commenti:

  1. ma stai parlando di piloti o di media?
    :)))
    ai tempi di roche e falappa quest'ultimo veniva dipinto come sciupone e approssimativo, a differenza di roche che, a detta dello stesso team manager di allora, stampava giro dopo giro come una stampante laser, senza mai una sbavatura.
    qualche anno dopo, a bocce ferme e falappa in pensione, iniziò il mito del leone di jesi, mentre roche cadde nell'oblio.
    eh, se il povero gobert fosse piaciuto a qualche telecronista italiano...
    ;)

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=jMCcRxglZ6c

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  3. Io non sono,come ormai ben sai,un appassionato di quel genere di corse,ma all'inizio degli anni 80 ho visto Falappa dal vivo in una prova del mondiale 250 con il mitico Villa e mi ricordo ancora la sua grinta,vedendo quello che è riuscito a fare in seguito con la sbk,penso sempre con un po di orgoglio che lui motociclisticamente è "nato fuoristrada"e sono sicuro che senza quei terribili incidenti,di cui lui tra l'altro non ha colpe,il mondiale prima o dopo sarebbe stato suo,d'altra parte puo lo stesso considerarsi fortunato ad essere ancora qui in discrete condizioni dopo aver preso delle botte del genere.
    Complimenti per l'ennesimo bel articolo che riesce ancora una volta a coinvolgere un "terraiolo"come me su certi argomenti che di solito ben poco mi coinvolgono.
    Ciao da Nicola(scrubs)

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  4. Caro Put grazie al solito del commento,mi riferisco a piloti che sono rimasti impressi nel cuore e nella mente degli appassionati.Ovviamente in Ducati hanno sfruttato l'immagine di un simil-stunt-man come Falappa, ma il talento di Roche, che per inciso a suo tempo ha meritato il titolo e anche in 500 ha ben figurato,è fuori discussione. Gobert ha colpevolmente dato un calcio a una carriera che poteva essere mille volte meglio di come è stata in realtà, ma i piloti sono innanzi tutto uomini, anche se al di sopra della media come talento nella guida, ma pur sempre uomini.
    Non mi faccio influenzare dai media, li utilizzo soltanto per guardare le gare.
    Grazie anche a te Scrubs! Come ben sai qualcosina del tassello lo porto dentro anch'io, ma rispettosamente non mi addentro troppo nel cross e nell'enduro attuale perché lo seguo poco. In ogni caso se il cross ha ripreso vigore è anche grazie alle imprese del grande Tony Cairoli, come in passato i vari Puzar, Chiodi, Rinaldi, Maddii eccetera hanno saputo fare. Cairoli ha fatto ancor di più, è il Rossi del Tassello in quanto a talento, ma molto meno mediatico.
    Meglio cosi', in ogni caso.

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  5. dipende da cosa si intende
    anni passati dei tecnici Honda han detto che la loro moto avrebbe vinto anche con altri piloti
    ..... abbiamo visto cos'è successo

    ci vuole il giusto mix e il feeling
    Randagio69

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  6. Grazie anche a te Randa per il commento! In effetti alla Honda hanno col passare del tempo ridimensionato la loro visione delle corse: La moto non gli manca, ma riguardo ai piloti la differenza c'è eccome se hanno ingaggiato Stoner nel team ufficiale!

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