Tony Rutter in sella alla Ducati Pantah TT, binomio invincibile. |
Certo, le competizioni più belle scusate il gioco di parole è proprio dove si compete, cioè dove si vede la lotta tra i contendenti e non una supremazia assoluta di un modello, meglio se un ruolo importante è ancora impersonato dal pilota del mezzo. Sembra di una banalità mostruosa tutto questo, invece credo che spesso e volentieri l'essenzialità venga meno e che nella lotta tecnologica tra grandi case si perda di vista ciò che il pubblico vuole , ovvero lo spettacolo, l'emozione.
Il prototipo ha il suo fascino e le innovazioni giovano a tutti prima o poi (penso al balzo epocale dell'elettronica che oggi ritroviamo in parte sui modelli di grande serie..) ma lo show , la bagarre e l'emozione pura possono arrivare anche dalle cose più semplici ma non per questo banali.
Guardate la Pantah TT della foto e pensate alla odierna Desmosedici Gp : Sembrano passati anni luce e invece sono "solo" alcuni decenni, che nelle corse è un lasso di tempo enorme ma nella mente di noi maturi appassionati (che all'epoca della Pantah eravamo bambini..) questo divario più che temporale lo avverto come filosofico e se da un lato non mi dispiace il travaso di tecnologia a nostra disposizione ( guidare oggi moto asservite da traction control, mappature, abs e altro ancora è senz'altro rassicurante..) dall'altro non mi fa mettere in naftalina come sorpassato il vecchio concetto (pur sempre appagante) di essenzialità.
Me lo fa apprezzare ancor di più.
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