giovedì 17 febbraio 2011

Accadde domani...

1993: Questa era la mia Yamaha FZR 600
Nel 1993 passai con una decisa "virata di bordo" alle sportive stradali, abbandonando la fida enduro per una più corposa Yamaha FZR 600. Ponderai ogni scelta e allontanai anche un'iniziale e  timida tentazione ducatistica, poi decisi di portarmi a casa la media di Iwata .
Col senno di poi  scelsi la strada sulla carta meno impervia, perché sulle Ducati non esitai tanto riguardo le presunte voci di inaffidabilità, quanto sul prezzo e sulla fascia assicurativa (le 900) meno conveniente(a quei tempi)  tali da farmi rimandare ancora (cosa inaccettabile) la possibilità di impugnare due semi manubri .
Fui tentato anche dalle pochissime 400 allora importate in Italia, ma il prezzo ancora una volta mi suggeri' che dopotutto portarsi a casa una 600 era cosa buona e giusta.
Tre anni  di FZR , visti col metro del consumismo e dell'evoluzione dei modelli (specie made in Japan) sono un'eternità, mentre per me fu un periodo tutto sommato breve ma utile a maturare, acquisendo  maggior consapevolezza riguardo l'importanza di un abbigliamento  più adeguato e sicuro, riguardo a  cosa era utile metter mano e su quanto era decisamente superfluo intervenire, sulle mie capacità di guida e su cosa realmente cercavo in una moto, cosa poteva darmi ciò che avevo o non funzionava nel nostro rapporto.
Dopo soli tre anni un cambio di rotta, un differente frazionamento e sulla carta anche una decina di cavalli in meno, ma in realtà un ulteriore passo compiuto nella ricerca della moto giusta. Arrivò il momento del Monster 900 e, come sapete, quel momento per svariati motivi si è fermato (anche economici..) ed  è ancora qui con me. Si invecchia, si matura, si vedono le cose da prospettive differenti ( e qui mi riallaccio al post più recente degli amici di Cesena Bikers ,che saluto) e si gode il motociclismo in maniera meno spasmodica, non più alla ricerca delle esasperazioni ma godendosi il gusto anche dei particolari che un tempo sfuggivano.
Non è un inizio di rincoglionimento senile, succede e basta. Con l'avvento dell'elettronica adesso si vedono cose impensabili solo pochi anni prima, come motardone da 150 CV e supersportive cosi' esasperate da mettere in soggezione le superbike degli albori. Arrivano novità ed evoluzioni tali da mettere in discussione ogni nostro precedente convincimento e forse è bello che sia cosi', almeno c'è sempre qualcosa di cui parlare.
Poi succede anche di innamorarsi delle cose perdute nel tempo, di vecchi mono e bicilindrici pieni di difetti e acciacchi, quelle cose simili al whisky invecchiato o al sigaro cubano che fanno inorridire alcuni e sospirare altri. Siamo ancora tanti e vari, ed è questo rifiuto all'omologazione che fa del motociclista uno vero.
Chi non lo vuol capire e segue come le pecore il gregge forse si è perso qualcosa. O no?

5 commenti:

  1. bell'articolo,complimenti!
    ciao da nicola (scrubs)

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  2. Troppo buono...
    Ero passato a casa dai miei e mentre riordinavo alcune cose ho sfogliato un vecchio album, cosi' ho pensato di condividere le mie riflessioni con un paio di post.
    Grazie per l'apprezzamento,so che è sincero ed è per questo che sono contento che tu segua questo blog!

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  3. Allora una vera moto l’ hai posseduta...
    Scherzo, si fa per sfottò, ho molti amici ducatisti, uno ha una 916 sps N° 46 e un R6, un’ altro a cui rinfaccio quello che t’ ho scritto aveva una R1 e poi s’ è perso nel rosso...
    Amare le proprie emozioni non invecchia, “Indian la grande sfida” è la colonna sonora...

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  4. Io lo ripeto sempre: Non sono un fondamentalista delle moto made in Italy, perché solo dopo aver provato un mono, un quattro cilindri e un bicilindrico posso dire che quest'ultimo è il motore che preferisco e non ci sarebbe nulla di male ad avere in garage sia una rossa che una jap.
    Una Sps col numero progressivo 46? Profetica! Battuta a parte è ancor oggi una signora moto!
    La Fzr in definitiva non la rimpiango ma non la posso screditare. Senza infamia e senza lode.

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  5. Gran bell'aticolo. Io pure, come hai letto, da amante dell'affidabilita' e della qualita' jap...ma al contempo affascinato da sempre dalle italiche....mi son fatto una italiana. Scorbutica, difficile ma..mi si apre il cuore ogni volta che apro il box. Renny71

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