lunedì 19 aprile 2010

Grazie a loro...

Oggi si chiamano Desmosedici e 1198,  le loro vittorie in Motogp e Superbike  sono accompagnate dal mito che identifica  in tutto il mondo le moto realizzate in quel di Borgo Panigale, ma ciò è dovuto  grazie agli innumerevoli modelli che le  hanno precedute e agli uomini che con il loro impegno e la loro dedizione ne hanno alimentato la leggenda, anche al di fuori della stessa azienda, è bene rimarcarlo.
Per un appassionato Ducatista (ma non solo..) andare a rileggere sia in libreria che in rete la storia sportiva di questa ormai celebre (seppur relativamente giovane) casa italiana è quantomeno doveroso. Ai giovanissimi sembrerà inverosimile, eppure fin poco prima delle serie "Desmoquattro" una Ducati da corsa  si presentava pressappoco  cosi', come questa NCR* 900 (foto sopra) , allestita soppesando anche il  più insignificante dei particolari e lavorando di fino, con intuizioni spesso a dir poco geniali  e facendo i conti con due onnipresenti carburatori Dell'Orto da accordare come uno strumento musicale e la distribuzione desmodromica, quasi l'emblema della casa. Una filosofia e un'esigenza insieme, un filo conduttore che unisce tante vicende umane che si sono passate il testimone: Dai motori a coppie coniche alla serie Pantah TT2 /TT1 ed F1,in un  continuo confronto troppo spesso impari tra il saper fare nostrano e l'approccio quasi diametralmente opposto dei colossi giapponesi, dalle sporadiche apparizioni nei GP alle gare per derivate di serie e all'endurance, alla formula TT fino ai giorni nostri.  La passione per un marchio nasce anche (soprattutto) da imprese coraggiose di uomini impegnati a far vivere un sogno. Tante sono le case accomunate da vicende simili che oggi sono scomparse, per fortuna qualcuna (Ducati è tra queste) esiste ancora.
 In rete il materiale per  il proprio bagaglio culturale non manca (vedi ad es. alcuni dei  link a fianco) e non mancano  repliche realizzate ai giorni nostri delle moto che hanno fatto la storia della casa,  alcune fedeli riproduzioni delle originali. Tornando alla foto, a giudicare dall'immagine datata si tratta con ogni probabilità proprio della moto di Jim Scaysbrook, amico australiano di Mike Hailwood. La moto probabilmente  faceva parte del ristretto lotto da cui è poi derivata la moto vincitrice del TT 1978,  a cura della scuderia NCR*.
In ogni caso ciò che conta è mettere a nudo lo spirito di quel periodo, quando la passione era il propellente principale. Non c'erano reparti corse come quelli odierni , munifici sponsor tabaccai e un nutrito gruppo di meccanici, tecnici ed ingegneri, ma un gruppo di appassionati in seno all'azienda, due preparatori  e la loro officina al di fuori dello stabilimento , tanta voglia di partecipare e, col pilota giusto, vincere.
(*=NCR: Nepoti/Caracchi/Racing, scuderia/atelier  bolognese famosa  in tutto il mondo, da non confondersi con l'omonimo marchio attuale che ne prende in prestito soltanto il nome, ma non ha altri collegamenti col passato. Precisazione doverosa per evitare problemi :
Questo blog è scritto da un semplice appassionato di moto  senza pretesa alcuna, se  ciò che ho scritto o citato può risultare lesivo o apparire come sfruttato indebitamente sarà mia premura cancellare quanto richiesto, anche se in buona fede.)

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