sabato 10 ottobre 2020

Esperienza,manualità....boh,mah!

Il carburatore Dellorto19/19 montato sul DR 102 dell'Ape..

 Il titolo di questo post è già di per sè una presa in giro, ma il tema è più serio: Le ultime generazioni di giovani hanno perso in tutto o in parte le capacità manuali in seno alla meccanica spicciola del proprio mezzo, sempre che ne posseggano uno.

Soltanto qualche decennio fa era dato per scontato che la stragrande maggioranza dei quattordicenni ambisse a possedere un ciclomotore , che i sedicenni smaniassero per un 125 e per chi non si sentiva tagliato in sella alle due ruote c'era pur sempre la sempreverde Ape 50 e poi a diciotto anni il grande salto alla guida della prima autovettura.

Se da un lato le normative europee in tema di patenti hanno aumentato la sicurezza, evitando che si inforcasse un motorino senza l'ombra di un patentino, dall'altro lato il ginepraio successivo di esami (soprattutto i costi per il loro conseguimento ) ha fatto si che decretasse la fine del mercato dei ciclomotori e rivoluzionato quello delle altre cilindrate.

L'avvento dei social , la diffusione capillare degli smartphone grazie ad un ampio ventaglio di prezzi, la crescente esigenza di interazioni online nelle scuole e nel tempo libero ha praticamente modificato le abitudini di tutti noi e i ragazzi hanno voltato le spalle a quelli che erano un tempo altri strumenti di libertà o aggregazione, come le motociclette ad esempio. Il motoveicolo per molti serve per spostarsi, punto. Ho notato, perlomeno qui in Liguria,  che c'è un crescente numero di ragazze in sella a motocicli, rispetto a poche generazioni passate , quando le donne motocicliste erano poche e quasi viste con stupore, mentre il termine "zavorrina" era comunemente quello riservato alle temerarie che si appollaiavano dietro come passeggere e per loro sfortuna ,specie nelle supersportive la porzione di sella posteriore era diventata uno striminzito strapuntino di pochi centimetri posto ad una altezza imbarazzante.

Quella che è venuta a mancare sempre di più secondo me è stata quella capacità più o meno sviluppata generalmente dai quattordici anni in poi di saper ad esempio sostituire  una candela, controllare una pressione in uno pneumatico, occuparsi della manutenzione spicciola del proprio mezzo e addirittura nei più smaliziati avventurarsi in carburazione, sostituzione di teste, pistoni e cilindri e altri gingilli dei tanti preparatori per fare un ..upgrade del cinquantino che cominciava ad andare un pò meno di quanto auspicato. Ai tempi dei vespini, dei cosiddetti tuboni (come il mio Garelli) e delle moto da cross nei ragazzi certe operazioni erano talmente diffuse che tutt'oggi se parlo con un mio coetaneo o quasi (non troppo più giovane, più anziano è quasi scontato..) di getti, spilli , vaschette, diametri di carburatori , marchi conosciuti di preparazioni after-market e ricambisti, officine, insomma di tutto l'universo che correva parallelo alle nostre cavalcature vengo senz'altro compreso, anzi spesso conosco persone più competenti di me alle quali chiedere consiglio. 

La crescente tecnologia ha di fatto ridotto gli artigiani del mestiere e la capacità di risolvere tanti problemi nel garage di casa con un sapiente fai-da-te e pochissimi attrezzi che ci si poteva comunque scambiare e prestare tra amici. A partire dagli scooter plasticosi e sigillati(Ho sostituito la membrana in un carburatore a depressione di un Liberty 4T, bisogna smontare mezzo veicolo..) che si guidano e basta, al contrario della Vespa che è quasi un invito a metterci mano, per concludere con moto che sfruttano un'elettronica e una meccanica  cosi' sofisticate che è meglio lasciar stare ed affidarsi a mani competenti (e non alla prima officina che capita..) , adesso anche noi stiamo perdendo la capacità di arrangiarci, anzi non ne abbiamo proprio la possibilità! A meno che non abbiate qualche mezzo un pò anzianotto in garage come il sottoscritto o come mio fratello e qualche amico che si avventura nel mondo dei mezzi d'epoca, i veicoli moderni non contemplano la voce fai-da-te.

Tornando a quanto detto prima delle attuali generazioni è difficile schiodarsi dall'ultimo smartphone che sa tutto, fa tutto , ti fa fare il giro del mondo  anche se in modo virtuale per innamorarsi di un ferrovecchio che ti sporca le mani , ti fa bestemmiare, ti fa perdere tempo tra ricambisti e garage e poi alla fine ti porta da "A" a "B" come sa fare lo scooter o il monopattino elettrico (...) girando semplicemente una manopola e connettendosi con lo smartphone di cui sopra con App dedicate e altre amenità che il motociclista in fondo non ha mai chiesto, può anche apprezzare ma alla fine segnano un solco tra generazioni "analogiche" come la mia e digitalizzate come quelle nuove.

La speranza sta proprio in quelle ragazze che vedo emancipate, libere e fluide alla guida delle loro moto, non più zavorre o spettatrici ma motocicliste attive. La speranza sta anche in quei giovani che scoprono la semplicità di alcuni gesti, la bellezza di un paesaggio vero e proprio e dell'aria sul viso, la soddisfazione di un distanziamento sociale , forse l'unico, che invece di opprimerti ti fa sentire vivo.

Quelli che erano troppo vecchi e vedevano nelle motociclette il manifestarsi del male assoluto e del pericolo intrinseco non li ho mai capiti e non capirò mai nemmeno chi non ha apprezzato l'evolversi della tecnologia e il progresso ,credo invece che si possano far convivere tradizioni e progresso, non si debba necessariamente sopprimere una delle due cose. 

Accumulare esperienze (in ogni campo), manualità, cultura, vivere la propria vita con soddisfazione .

E adesso che l'ho detto torno a bestemmiare tra getti del massimo e carburazione dell'Apetta, uffa.

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