giovedì 19 aprile 2012

Il pericolo come mestiere

G.P. di Imatra del 1970, il pilota davanti è Pasolini.
Il passato è intriso di episodi affascinanti, pagine memorabili ricche di luoghi e personaggi entrati nel mito che ogni sport costruisce intorno ai suoi campioni e beniamini. E' bello sognare (per chi era ancora in fasce) o ricordare (per chi c'era ed oggi si ritrova con qualche capello bianco in più..) circuiti entrati nella leggenda e piloti d'ogni categoria somiglianti più a temerari cavalieri di ordigni imbizzarriti che non ai professionisti curati nella preparazione fisica e nei mezzi tecnologicamente sviluppati d'oggigiorno. Sul web si trovano tante immagini d'un motociclismo che non ha più tanti punti in comune con quello che ben conosciamo, a partire dagli uomini per finire col resto che gravita tutto attorno.
Basti pensare a Pasolini appoggiato alla sua Aermacchi, intento a fumare una sigaretta in attesa del giro di ricognizione, come del resto un James Hunt a dispetto degli insipidi piloti della F1 odierna amava fare appoggiandosi ai fianchi della sua McLaren, per giunta con lo sponsor tabaccaio.
Li attendeva spesso un mezzo poco ospitale e pensato in alcuni casi a scapito dello stesso pilota, in barba a parole come ergonomia o sicurezza passiva.
Bacco-tabacco e Venere e spaghettate poi nel paddock, in assoluta complicità. Un caleidoscopico mondo a ragion veduta chiamato "Circus" che oggi stride con la volumetria delle Hospitality ,le conferenze e gli irrinunciabili appuntamenti dettati dall'onor di firma dello sponsor e questi piloti accompagnati da personal trainer, fisioterapisti, capo tecnici e ingegneri di pista, telemetrie e strategie. La sola cosa che di quei tempi andati che è meglio non rimpiangere è lo standard di sicurezza, sia dei piloti che dei circuiti. Dall'abbigliamento al grammo risparmiato in punti impensabili delle moto e per finire ai circuiti tappezzati di balle di paglia e transenne improvvisate, con tracciati che in confronto il TT era arci-sicuro, è meglio non sentirne la mancanza. Si è fatto tanto in termini di sicurezza, ma nel motociclismo come in tutti gli sport a motore non si può mai dire d'aver fatto abbastanza. Noi ne  abbiamo preso coscienza nel modo peggiore forse in questi ultimi anni, vedendo la morte come un tempo per pudore non avrebbero mai fatto vedere. In diretta TV. Allora, come spesso ricorda Agostini, l'eccezione era data da chi poteva raccontarla e la lista di chi mancava all'appello era quella più nutrita.
Doveroso dunque ricordare con sincera ammirazione i protagonisti del passato, come facciamo spesso sui nostri blog. Un altro paio di maniche è sorvolare sulla sicurezza e la salute. Quella la si deve perseguire ad ogni costo. Sempre.
Poi se uno decide di correre  alla Omobono Tenni " Con folle abbandono"...può sempre giocarsi la carta delle corse stradali. Quelle vere beninteso.

2 commenti:

  1. Certamente una volta il motociclismo era più ruspante,giravano molti meno soldi e molta più passione vera e anche chi lo seguiva era di un altra razza,niente tifosi da stadio ma solo gente che amava veramente la moto e che pur avendo dei piloti di riferimento ammirava tutti indistintamente senza denigrare nessuno,la sicurezza era rispetto ad oggi quasi nulla,abbigliamento,circuiti e seguito medico hanno fato negli anni passi da giganti cosi come i mezzi che si utilizzano per correre,eppure si va sempre su 2 ruote e proprio per questo alla sicurezza assoluta non si arrivera mai e di tragedie ne accadono ancora,basti ricordare che l'ultima in ordine di tempo risale a poche settimane fa in quel di Imola,con un pilota,Joan Lascorz spagnolo di 27 anni,costretto a vivere su una sedia a rotelle per il resto della sua vita.
    Adesso con l'inizio dalla bella stagione ricominciera come ogni hanno lo stilicidio di motociclisti sulle strade,li l'unico vero mezzo di prevenzione è l'uso del cervello, quando si abbassa la visiera non bisogna spegnerlo.
    Ciao da Nicola(scrubs)

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  2. Già, usare la testa è il primo strumento per godersi la moto come si deve, cioè tornando a casa tutti interi. Buon 25 Aprile Nicola, sperando nel tempo buono!

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