Prototipo Moto Guzzi Le Mans (Salone di Milano,2009) |
Anche questo (forse per una mia carenza di idee o solo perché in effetti a ripensarci spiace..) è un argomento trito e ritrito in rete ma vorrei tornare ad affrontarlo perché al momento della presentazione dei prototipi "Le Mans", "Strada" e "X", al Salone di Milano del 2009 ho avuto conferma di quanto ho sempre pensato: Non è facile "vestire" il bicilindrico di Mandello, ma quando l'operazione riesce solitamente si realizza una moto originale e al tempo stesso efficace, non solo da guardare.
Tre anni fa ho pensato
Moto Guzzi ha ridotto sensibilmente (in alcuni casi annullato) il divario rispetto le concorrenti e negli ultimi anni alcuni dei suoi prodotti sono tornati perlomeno a proporsi come alternative allettanti (Non lo dico io ma altri blogger e frequentatori di forum che le hanno acquistate di tasca loro, guidate e saggiate in ogni aspetto). La crisi non ha facilitato le cose, ma visto e considerato che altri modelli in seno al gruppo Piaggio non emozionano e in definitiva non hanno lo stesso carisma che il marchio dell'aquila può vantare (specie all'estero) una bella Moto Guzzi finalmente giovanile, sbarazzina, fuori dai canoni classici e sportiva non solo nel nome si potrebbe osare.
E poi si vendono meno moto ma paradossalmente ci sono molte factory che propongono special ed elaborazioni a dir poco ardite e non a prezzo di saldo. Si vende meno ma alcune moto superano i ventimila euro e si piazzano in cima alle classifiche di vendita. Si chiedono a gran voce modelli semplici, di cilindrata contenuta e parchi nei consumi e dalla gestione sostenibile ma alla fine le case si rincorrono nella gara a chi sale più di cilindrata e le cosiddette "moto intelligenti" sono diventate sinonimo di invenduto e flop commerciale. Qualche timida inversione di tendenza fa capolino all'orizzonte, ma la situazione è confusa.
In mezzo a tante proposte polivalenti, maxi enduro, tourer accessoriatissime e sportive pronto-corsa perché
non provare a svecchiare il buon "Guzzone" ?
E poi (Da buon genovese..) sprecare tre prototipi per non portarne a termine nemmeno uno mi lascia avvilito. I nomi V7 e Le Mans meritano modelli all'altezza delle moto che ne hanno fatto un mito. O no?
Io non amo molto le guzzi e neppure le moto di grossa cilindrata ma secondo me a mandello(o forse dovrei dire pontedera)potrebbero cominciare a rischiare un po di più,anche se i tempi non aiutano,e cominciare a farlo con una funbike tipo questa non mi sembra una brutta cosa,la componentistica scelta poi pare proprio quella buona,da leccarsi i baffi insomma.
RispondiEliminaCiao da Nicola(scrubs)
Ciao Nicola,anch'io non sono un guzzista e credo che proprio in virtù di non essere fans sfegatati della casa si esprima un giudizio buono per chi (come la Guzzi) ha bisogno di rinnovarsi. Nuovi potenziali estimatori senza per questo chiudere con i vecchi: Una continuità che non sia sinonimo di immobilismo. Hanno un marchio importante per le mani e per ripartire i mercati hanno bisogno di nuove idee, menti fresche e soprattutto sfruttando la manodopera italiana, senza de-localizzare, perché Made in Italy sia una marcia in più, non una semplice targhetta. Mi auguro che la Stelvio non sia un punto d'arrivo, perché i numeri per fare bene il gruppo Piaggio li ha.
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