martedì 14 settembre 2010

Si fa presto a dire ...

Darmah 900

900 S2 avv.elettrico
Serie 860
Indiana 650 (350)
Parlando della TL 600 mi sono tornate in mente alcune delle Ducati bicilindriche più discusse del passato: La 500 col motore  parallelo, la 860 GT e la custom Indiana. Il mercato stroncò per motivi diversi  queste moto che una volta di più sembrano ancora oggi ricordare come non sempre i tentativi di provare strade alternative si rivelano buoni. La 350/500 bicilindrica parallela, conosciuta anche in fabbrica col nomignolo di "demonio" per l'affidabilità critica e l'estetica sgraziata( mitigata in parte nel mod.Sport grazie alle sovrastrutture disegnate da LeopoldoTartarini e simili a quelle del Darmah 900) era figlia della fretta di metter sul mercato una bicilindrica di media cilindrata e avrebbe meritato senz'altro una genesi diversa e una cura maggiore in tutto, specie nella meccanica. Per fortuna della stessa Ducati il team capitanato dall'Ing. Taglioni progettò il motore bicilindrico ad "L" della serie Pantah, capostipite d'una generazione ed uno schema che (con le dovute evoluzioni e differenze..) prosegue ancor oggi. La serie 860 doveva essere la maxi per eccellenza secondo l'idea della casa,  ragion per cui si scomodò anche Giugiaro nel design di alcuni prototipi; essa aveva purtroppo proprio nell'estetica (e qualche difetto di gioventù)  il suo tallone d'Achille. Le sucessive Supersport 900 adottarono il motore a carter "quadri" derivati dalla 860 ma con distribuzione Desmo e fortunatamente riproposero l'estetica aggressiva  della Supersport 750 a carter "tondi" : Dal brutto anatroccolo nacque un mito. Le sucessive serie Darmah e le ultime S2 900 non riuscirono nell'impresa di replicare se non migliorare le  Supersport , sia per una serie di scelte tecniche discutibili che per un'estetica non al top e furono considerate quasi un passo indietro dai cultori del marchio, che però ebbero un sussulto alla presentazione d'un  riuscito caposaldo della produzione: La MHR Replica, ultima della sua stirpe con distribuzione a coppie coniche.
L'Indiana , nata nel periodo di gestione Cagiva, sondò per cosi' dire il mercato delle custom all'americana  e per dirla in breve aveva teoricamente le carte in regola e una dotazione di tutto rispetto. Ma una Ducati ha un Dna sportivo in qualsiasi declinazione venga proposta ed allora, forse più che oggi, il connubio desmo-custom proprio non venne "digerito" nè dai fans ma nemmeno dagli appassionati del genere, anche se son pronto a scommettere che qualcuna circoli ancora , con buona soddisfazione dei proprietari.
Si fa presto a dire Ducati, ma un mito non nasce  cosi' per caso e se alcune di queste moto  faticano ad apparire sulle pubblicazioni dedicate alla casa di Borgo Panigale, ci sarà pure un perché!
500 Sport Desmo

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