lunedì 30 aprile 2012

Primo Maggio Duemiladodici

L'indimenticabile Charlie Chaplin, alias The Tramp/Charlot, in "Tempi moderni".
Anche quest'anno, in occasione della festa dei lavoratori, dedico un post "extra-motociclistico" appunto a questa ricorrenza, argomento mai come oggi  di attualità.
L'immagine sopra, tratta da "Tempi moderni" di Charlie Chaplin, del 1936, è ancora oggi una straordinaria e lungimirante descrizione del rapporto tra l'uomo, le macchine e il lavoro in una catena di montaggio. Chaplin tra i  feroci detrattori incontrati lungo la  sua avventurosa carriera, ebbe a che fare con i sostenitori del cosiddetto Maccartismo, che considerava sovversivo e filo-comunista il suo modo di rappresentare le vicissitudini di un operaio, nella fattispecie il celebre Charlot che una tantum smetteva i panni del personaggio spensierato per entrare con piglio energico e a gamba tesa nelle contraddizioni a stelle e strisce , facendole sue.
Oggi certe cose strappano sorrisi,  solo il rapporto tra l'uomo e il lavoro non cambia granché.
La nostra Costituzione mette in cima ai suoi fondamenti il lavoro ed anzi ci ricorda che la stessa Repubblica Italiana si fonda essenzialmente su di esso.
I tempi moderni ormai sono arrivati e passati da un pezzo ed ora i temi sono ben altri, densi di preoccupazione ed incertezza.
Insomma, che voi viviate per lavorare o lavoriate per vivere il lavoro è parte dell'esistenza di una persona in una società civile che si ritenga tale e il solo fatto che oggigiorno tante persone siano precarie, disoccupate, esodate ed altro ancora tra chi non ha un'occupazione stabile rende il futuro quantomai incerto.
Come lo scorso anno dunque  Auguro un Buon Primo Maggio a tutti senza distinzione, perché ancor prima che motociclisti siamo (o siamo stati o saremo) lavoratori e questa ricorrenza è per tutti noi.
La cultura ci viene sempre in aiuto e quindi non dimentichiamo i valori veri di questa data e gli accadimenti per cui viene celebrata.
Dopotutto anche la moto che amiamo è frutto del lavoro di tanta gente, non dimentichiamolo mai. Molte delle cose che ci circondano lo sono.
Chi sottovaluta il lavoro, specie quello altrui , ha ancora tanto da imparare.

3 commenti:

  1. Caro Sburbiz, so che ti farò arrabbiare... vorrei potermi accodare ai festeggiamenti dei lavoratori ma, sinceramente, sarebbe un pò ipocrita da parte mia. Io questa festa non l'ho mai capita e mai la capirò. Di vago sentore socialista, evoca masse informi di operai in tute sporche che arrancano in fabbriche buie e luride. Evoca prove di forza di partiti, di sindacati, di arruffapopolo e quant'altro.
    Più che la festa del lavoro a noi occorrerebbe una festa del sorriso, della gentilezza e della bellezza. Una festa per la poesia, una festa per i boschi, una festa per tutti i bambini.
    Ecco, queste son cose che capirei meglio.
    Forse io sono ormai inacidito da 12 anni di lavoro precario, di finta partita iva, di interminabile disoccupazione. Forse sono oramai incancrenito da una generazione, come la mia, che ha patito il lavoro come un privilegio per pochi, per i raccomandati... a me la festa del lavoro (in Italia) mi sempre sembrata una farsa, anzi una commedia tragicomica perlopiù.
    Ma su tutto, prevale un meccanismo di auto-protezione che mi scatta in automatico non appena si parla di lavoro, di costituzione e di qua e di là...
    Quale meccanismo? Da buon romano, il mio cervello si azzera e compaiono, come su un megascreen, le parole di Trilussa:
    ...[omissis]
    "E riuniti fra de loro,
    senza l’ombra d’un rimorso,
    ce faranno un ber discorso...

    su la PACE...
    ...e sul LAVORO
    pe’ quer popolo cojone...
    risparmiato dar cannone."

    (http://www.youtube.com/watch?v=b_vCjshRfpQ)

    Saluti dalla Germania

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    1. Caro Motorazzo,non mi arrabbio affatto,anzi pubblico volentieri il tuo commento.
      E' piuttosto il sistema che mi fa arrabbiare, quello che genera precariato, disoccupazione, esodati, persone che tirano la cinghia allo stremo ed altre che si suicidano (eccetera).
      I veri ipocriti sono altri..
      Il valore simbolico per me resta, anche se capisco il risentimento . Per alcuni sarà populismo, per molti è una condizione che fa crescere di numero i disillusi, i malcontenti, i rassegnati , quelli pervasi da un senso di impotenza nei confronti delle caste.
      Il significato di ciò in cui credo non è un semplice minestrone di simboli o retorica, è più la voglia di non mollare e riappropriarmi proprio delle cose belle e semplici della vita che dici anche tu, le cose che ci sono state tolte a poco a poco e che invece meriteremmo tutti. Anch'io sono stato disoccupato e ho un contratto a tempo determinato. In Italia è un bel fardello sul groppone e non ci sono mezze misure, o scendi a compromessi o sei fuori.

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    2. Grazie Sburbiz di non avermi censurato, eheheheh...
      rispetto la tua visione, e, ripeto, forse sono solo diventato un "vecchietto" inacidito e rancoroso.
      Approfitto della tua pazienza e sparo una trasposizione trilussiana:
      L'Italia è un paese in cui se io sono impiegato e tu disoccupato... ci prendiamo mezzo stipendio per uno... eheheheh... :)

      lampss!

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