Massimo Tamburini, in una istantanea agli albori della prima Bimota, immagine che sta popolando il web ad onorare il genio delle due ruote scomparso per un male incurabile. |
Se poi guardiamo al mondo delle moto supersportive stradali allora non ho dubbi: Tornate indietro fino alla prima Bimota e scoprirete che prima di allora niente di più vicino alle corse aveva messo le ruote fuori da un circuito, almeno non con lo stesso clamore e con l'ammirazione delle stesse case giapponesi che fornivano di volta in volta alla piccola factory riminese i propulsori. Tante moto "production-racer" si erano avvicendate come le Ducati SS,le Norton PR e le Laverda SFC (Per citarne alcune) degli anni Settanta, ma niente di paragonabile a delle vere e proprie GP.
Sto forse evocando un motociclismo fatto di uomini, di personaggi capaci di trasformare calcoli e meccanica in emozioni, creare oggetti funzionali a tal punto da diventare belli senza essere inutili orpelli.
La moto è emozione oltre che funzione e diventa mito quando l'emozione è forte, in poche parole il suo lavoro.
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