Mio padre, in una foto che lo ritraeva seduto sulla sua fida Lambretta.. |
La sua generazione aveva vissuto da bambino la paura dei bombardamenti e quella della forzata convivenza col fascio ed i tedeschi, il successivo dopoguerra da ragazzo con mille lavori da reinventarsi e tante ore di fatica per guadagnarsi il pane,risalendo la china per mettere su casa e famiglia con mille sacrifici.
La sua passione per la meccanica non era un mistero e non era insensibile a moto, macchine e camion quando sfoggiavano tecnica e soluzioni originali, ma come direbbe Faber il suo andare in direzione ostinata e contraria gli faceva celare, specie nei nostri confronti, ogni sussulto di gioia per cercare di mostrarsi severo e tutto d'un pezzo. Non gli riusciva bene ed anzi, se da un lato provocava in noi un'ostinazione ancora maggiore nel dimostrargli le nostre ragioni in contrapposizione alle sue, alla fine a carte scoperte dimostrava tutto il suo affetto ed il suo attaccamento. Insomma apparentemente contrario e di nascosto complice o qualcosa del genere. Un esempio? Apertamente critico nei confronti del nostro attaccamento alle moto e sulle moto stesse ancor più negativo, era capace alle nostre spalle dell'esatto contrario parlandone con gli altri, senza contare che egli stesso con la Lambretta e le Vespe aveva partecipato a gimkane, viaggiato dalla Liguria all'alta Valcamonica, partecipato alle prove di una gara in salita con un prototipo di Lambretta eccetera, fino ad aver guidato per un certo periodo persino una Honda Four di mio fratello. Un metodo applicato come una sorta di protezione, spesso da noi male interpretato fino allo scontro verbale ma alla fine compreso ed accettato. A volte in occasione di ricorrenze come questa del suo compleanno, mi chiedo cosa direbbe di me adesso e cosa penserebbe in realtà.
Io dal canto mio ho sempre cercato di renderlo orgoglioso e continuo a farlo, anche se non ho la certezza ma soltanto la speranza che qualcosa di lui ci sia ancora ad assistere. Adesso ci sono io al suo posto come padre di famiglia alle prese con i mille problemi del vivere quotidiano, con le problematiche del lavoro, con le insidie di un futuro sempre in continua mutazione e per dirla in breve con tutto ciò che lo attanagliava prima di me, quando il mio solo pensiero era saltare in sella e girare a più non posso finchè i soldi per la benzina lo permettevano. Gli volevo un gran bene ed ogni giorno scopro quanto lui ne volesse a noi e quanto noi fossimo al centro delle sue proiezioni future. Buon compleanno papà.
Grande persona tuo padre,e sempre doloroso quando una persona che ti è cosi cara ti lascia,almeno il tuo ti ha visto diventare adulto,io ho perso il mio quando avevo 14 anni,in gioventù era stato partigiano durante l'ultima guerra sul vicino altopiano di Asiago,io sono l'ultimo di quattro figli,quando sono nato io si è deciso a fare il grande passo,abbandonare la moto,una Gilera non so se 150 o 175,e prendere una Fiat 500, prima per le uscite fuoriporta(lago di Garda,Altopiano dei 7 comuni,spiagge veneziane)caricava 2 figli sopra il serbatoio,mia mamma sul sellino dietro con una cesta sull'incavo del gomito e l'altro bimbo sul portapacchi dietro (!?!).....impensabile adesso,per fortuna,ma all'epoca (anni 50/60)non era niente di straordinario,pensa che proprio negli anni 50 un mio paesano(storia tramandata dai vecchi del paese veramente accaduta) si era perso la morosa mentre andava al mare,caduta giù dalla sella pare causa buca,lui se ne accorto solo una volta arrivato in spiaggia,tornato indietro l'ha ritrovata seduta sotto un albero sul ciglio della strada che aspettava...che tempi!
RispondiEliminaCiao da Nicola(scrubs)
Si, forse nonostante vivessero con poco e non nell'agiatezza vivevano meglio di oggigiorno, perlomeno con la speranza di un futuro migliore, visto che nel dopoguerra c'era aria nuova e voglia di risalire la china. Di disavventure del genere ne ho sentito raccontare anch'io e spesso invidio chi ha vissuto in quegli anni.
RispondiEliminaMi dispiace per tuo padre e immagino che perderlo da ragazzo sia stato un colpo durissimo.
Grazie per i tuoi interventi e davvero mi auguro di poterci incontrare in qualche occasione. A presto!
Capisco i tuoi sentimenti,anche mio padre pur essendo ancora in vita per fortuna, spesso mi fa provare le sensazioni che descrivi cosi bene a volte penso che ora tocca a noi in questo periodo storico che io valuto come un secondo dopoguerra, (il dopoguerra di un conflitto economico) rispolverare quelle doti che i nostri genitori con il loro esempio ci mettono a disposizione.
RispondiEliminaBenvenuto Paolo e grazie del tuo commento! Sono momenti in cui è davvero utile ascoltare i consigli di chi ha vissuto già momenti difficili e i nostri genitori sono spesso un'ancora di salvezza morale ed economica. Auguriamoci un futuro migliore..
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