Il mio vecchio casco personalizzato, ormai in disuso, conservato per affetto. |
Come tutte le passioni ti contagia in mille modi e se per alcuni è un colpo di fulmine per altri è frutto di una conquista lenta e inesorabile, ma alla fine ci si ritrova immersi in una sorta di feticismo fatto di oggetti e attrezzature che orbitano attorno alla moto stessa, oppure ci si lascia attrarre da una determinata tipologia o marca motociclistica al punto da collezionar di tutto, a volte rapiti da una maniacale e irrefrenabile voglia.
Alcuni di noi mantengono una minima obiettività, altri ancora assumono le sembianze di veri e propri integralisti che non riescono più a vedere al di là della loro beneamata e quando volgono lo sguardo un po più in là lo fanno con un accenno di disgusto, di disprezzo, alcuni proprio aborrono tutto ciò che non è come per loro dev'essere.
L'appassionato di moto in fondo suo malgrado è tale e quale a qualunque altro appassionato di questo pianeta e alterna cose buone a pessime abitudini.
E' per questo che ogni tanto ci ricordiamo degli altri, delle nostre compagne, dei nostri figli e degli amici che non condividono la nostra passione. A loro e a quanti sopportano le nostre litanie e i nostri sguardi d'ammirazione nei confronti di cose che al loro cospetto assumono sembianze ben più terrene, va un sentito ringraziamento.
Per chi invece ancora è legato a falsi pregiudizi, a maldicenze e luoghi comuni privi di fondamento, dedico ancora una volta due righe: Appassionatevi, prendete la vita in maniera più gioiosa e coltivate la passione per qualcosa, qualsiasi cosa e cercate di vedere il motociclismo come una passione che non vi appartiene ma che non per questo non merita rispetto.
Non è ancora il momento di appendere il casco al chiodo per quanto mi riguarda, al massimo di prenderne in mano uno ormai in disuso che conservo con amore. Ormai logoro internamente e insicuro da indossare, resta nell'angolo dei ricordi come figlio della passione che mi aveva spinto anni fa a farlo verniciare da un amico artigiano, rendendolo unico e personale.
Meritava forse una testa migliore della mia, magari qualcuno che gli donasse notorietà in campo agonistico e non un quasi-anonimato, ma d'altronde la grafica era ispirata liberamente ai caschi dei piloti del passato, quindi diciamo che il mio più che un momento di esaltazione era un serio omaggio a uomini ed epoche gloriose e irripetibili.
Visto che siamo incorreggibili?
Mi piace il tuo vecchio casco,non so come sia quello che indossi adesso ma potresti,magari dopo qualche graffio,farlo uguale a questo,un tuo segno di riconoscimento insomma,io per esempio in tutti i miei caschi e sul parafango delle moto ho la figura di Snoopy in versione aviatore della 1° guerra mondiale,per il resto tu sei un grande appassionato legato ad un marchio storico che continua a fare belle moto,in genere i tuoi "compagni" di marca vedono solo quella,tu invece,come ti ho spesso scritto,sei veramente obiettivo,insomma adori le Ducati ma se vedi un altra moto che ti piace non lo nascondi e questo vuol dire amare davvero la moto.Complimenti per il tuo articolo e spero con la bella stagione, ormai inoltrata,tu possa divertirti con la tua rossa
RispondiEliminaCiao da Nicola(scrubs)
Grazie Nicola, anch'io apprezzo sempre i tuoi interventi che reputo sinceri e proprio per questo mi fanno immensamente piacere. Il vecchio casco era (è) un Driver "racer" di colore bianco,mentre quello attuale è un X-Lite 801 R nero con grafiche tipo "tribali" Drudi design, certamente più impersonale, ma molto più leggero e soprattutto sicuro. Inizialmente non nego di aver cercato un casco "neutro" per personalizzarlo in seguito, ma poi mia moglie mi ha battuto sul tempo regalandomi il casco con la grafica che più la convinceva, quindi a caval donato...
RispondiEliminaE' vero, spesso sono Ducatista ai limiti del feticismo ma conservo sempre quel minimo di buon senso,perché una moto fatta con cura è molto più importante di una scritta sul serbatoio. E poi è sempre stato cosi' per me:
Alcune moto (anche Ducati) mi lasciano indifferente, altre fanno sognare anche da ferme.