lunedì 16 gennaio 2012

Ciao Mika...

Mika Ahola , cinque volte iridato enduro.
Essere appassionato di moto e motociclista a volte "ingabbia"  in una delle tante discipline, oppure come nel mio caso, pur propendendo per l'asfalto (inutile negarlo, è da troppo tempo che non seguo le gare off-road per asserire il contrario..)ci si  pone affettivamente  in modo trasversale, al punto da nutrire una profonda ammirazione per tutte le specialità subendo il fascino di qualsiasi competizione veda protagonista un uomo in sella a qualcosa che si guidi con un manubrio, sfidando le leggi dell'equilibrio.
Mika Ahola ha rappresentato con merito per gli appassionati di enduro ciò che per gli amanti delle piste asfaltate verrebbe definito un top-rider dei più ammirati.
Bisogna parlarne al passato, questo è il dramma, perché Mika si è spento all'età di soli 37 anni colpito da complicanze dovute ad un intervento chirurgico. Lascio ad altre fonti l'approfondimento della notizia in sè.
Quel che credo sia doveroso per noi appassionati è ricordare (non solo nei necrologi, sia ben chiaro!) che il motociclismo a tutti i livelli (che sia competitivo o soltanto dilettantistico) è fatto di ragazzi.
Ragazzi all'anagrafe o ragazzi dentro, ragazzi col cuore o con lo spirito, che dedicano tanto tempo a qualcosa che a volte non viene compreso o viene visto soltanto quando fa notizia, quando il campione varca i confini del suo sport e diventa fenomeno mediatico, quando tutti vogliono poter dire la loro sul personaggio e spesso con la stessa fretta  spengono i riflettori e cambiano canale.
Varchiamo un po più spesso i nostri ridicoli confini, le nostre ingenue chiacchiere da bar e le disfide da campanile per ricordarci di quanti saltano in sella non per il bagliore dei riflettori (se non di una prova in notturna!) o la presenza delle telecamere e con ben altro compenso, ma sospinti dalla forza della passione, dall'incitamento della gente.
Vorrei trasmettere questo messaggio, augurandomi di non fare la figura dell'opportunista che cavalca la notizia. 
Lontani o quasi dai media, vicini alla gente. Motociclisti veri, senza dubbio alcuno .

2 commenti:

  1. Grazie veramente per le tue parole,ti dimostri per l'ennesima volta un vero appassionato di moto a 360°,io non ho parole,era da anni il pilota che ammiravo di più,stimo tutti i protagonisti dell'enduro che riescono a fare cose con la moto che ritengo incredibili,però per Mika stravedevo e adesso non c'è più,vittima delle complicazioni di una caduta in allenamento avvenuta 3 settimane prima....pazzesco....
    condivido in pieno quello che hai scritto,ti conosco solo tramite la rete,ma se qualcuno pensa che tu sia un oppurtonista,allora vuol dire che non ha capito proprio niente
    Grazie ancora
    Ciao da Nicola(scrubs)

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  2. Ciao Nicola. Mi fa piacere che tu creda nella mia sincerità, perché il rischio è quello che si vede e si sente troppo spesso (anche in rete)e cioè che alla prima notizia ancorché tragica si precipitano in molti a scrivere o decantar lodi di persone che, diciamocela tutta, nemmeno san bene chi siano o cosa abbiano fatto o rappresentato. Io non posso dire di aver visto dal vivo Ahola in azione, ma conosco abbastanza il mondo di quella che un tempo si chiamava regolarità per dire che vincere 5 titoli non è cosa da tutti e non ti regala niente nessuno. Ci vuole cuore e fisico, passione e sacrificio per svettare in questa disciplina.
    Ho appreso la notizia mentre ero in auto, ascoltando alla radio un breve notiziario che riportava l'accaduto. E' giusto ricordare che non esiste solo il fenomeno mediatico della Motogp,ci sono tanti campionati ingiustamente definiti "minori" o di minor risalto, ma nel cuore degli appassionati veri il business o i media non attaccano.

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