Ciclistica Spondon abbinata a meccanica serie 851 |
Altra 851/888 con ciclistica Spondon |
Serie 888 con ciclistica Spondon (monobraccio posteriore) |
Altra special con ciclistica Spondon, monobraccio e motore questa volta 2V |
Ciclistica Spondon abbinata a motore 2V, veste estetica derivata dalla serie 900 SS/SL |
Nessun sacrilegio, ci sono diversi precedenti ad opera di valenti artigiani e team di varia estrazione.
La factory anglosassone Spondon per esempio da parecchi anni lavora con maestria sulle ciclistiche in lega leggera, che siano telai a sezione ovale, tonda, scatolati di vario genere. In passato alla Spondon non hanno disdegnato nemmeno soluzioni in acciaio e diversi team e piloti , come Tony Rutter tanto per citare un nome noto ai ducatisti, ne hanno saggiato ed apprezzato le peculiarità in diverse occasioni. A voler rimarcare corsi e ricorsi storici, sono innumerevoli le factory, i team e gli artigiani (Ad esempio la giapponese Over, l'inglese Harris, Bimota e Golinelli) che hanno sperimentato strade differenti dalla casa madre del desmodromico moderno. Desmodromico moderno perché, è bene ricordarlo, il desmo è stato provato da diverse case (Specie automobilistiche) prima della consacrazione ad opera dell'Ing. Taglioni, il quale trovò il bandolo della matassa e donò quest'idea all'avanguardia alla casa motociclistica bolognese che lo aveva accolto dopo i trascorsi alla Mondial. Che poi i fatti e nello specifico i risultati nelle competizioni abbiano spianato la strada sia al Desmo che al telaio a traliccio con motore in funzione semi-portante è storia, ma non ci si deve in definitiva stupire se ogni tanto si tentano vie alternative a quelle iper-collaudate.
La stessa struttura sperimentata sulle D16-GP11 e Panigale(monoscocca a motore portante) del resto è stata (con i dovuti distinguo) provata da altre case o team in passato, con alterne fortune (ne abbiamo parlato in un post tempo fa).
Insomma, un telaio ben fatto è tale a prescindere dalle differenti filosofie(e materiali) che vengono portate avanti, come del resto non tutte le ciambelle (pardon, moto) riescono col buco(GP11 in primis).
Basti pensare che non molti anni orsono, alla presentazione della serie Gpx (quindi non preistoria) gli ingegneri nipponici dichiaravano serafici su Motociclismo -"Kawasaki non crede nell'alluminio per utilizzo stradale"-
Oggi tanti estimatori danno quasi per scontato che i telai col doppio trave in leghe leggere siano un marchio di fabbrica giapponese, dimenticando altri illustri precursori , tra i quali il telaio ideato dall'Ing. Martini (ex Ducati) per la Bimota YB 4 750 (Poi YB6 1000) campione del mondo F1 con Virginio Ferrari e vice-campione del mondo SBK con Tardozzi. Ne abbiamo già discusso ma sembra leggendo sul web che sia un discorso destinato a non finire qui.
Ipse dixit , come la rubrica della Gialappas. Se avete una Ducati-Spondon in garage e proprio non sopportate più che vi rimproverino per un simile affronto all'italica tradizione , la prendo volentieri io a prezzo di favore. Pure gratis!